Giustizia lenta? ma perchè i processi in Italia durano così tanto?
Purtroppo, ormai da tempo, l’Italia è tra i Paesi europei con i tempi più lunghi per la definizione dei procedimenti civili e penali. Si tratta di un problema di natura strutturale, cioè tutt’altro che temporaneo e passeggero, che ha effetti negativi (ovviamente) sull’efficienza del sistema giudiziario, sulla fiducia nella giustizia da parte dei cittadini e, come vedremo tra poco, anche sull’economia del nostro Paese.
Quali sono le cause che rendono così lunghi i processi in Italia?
Come è facile intuire, i fattori che incidono sulla durata dei processi in Italia sono molti. Ecco 5 motivi che sono la causa della giustizia-lumaca e che non ti aspetti:
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- Troppe leggi!
La prima causa della lentezza dei procedimenti giudiziari è senza alcun dubbio l’eccesso di norme, leggi, regolamenti, ecc. presenti nel nostro ordinamento. A questo, poi, si aggiungono i continui interventi legislativi che si susseguono ormai da anni, con l’effetto di rendere l’interpretazione e applicazione delle norme molto complesse: le norme poco chiare creano incertezza e, invece che ridurre il contenzioso, aumentano le liti e il ricorso ai tribunali. - Poco personale
Potrà sembrare strano ma un’altra delle cause di lentezza dei processi è la carenza di personale nei Tribunali. Stando agli ultimi dati forniti dal CSM, rispetto ai circa 10600 giudici che sarebbero previsti, ne mancano più di 1.500: questo significa, è facile capire, che ogni giudice devo gestire più procedimenti e questo , Attenzione, però! la carenza di personale non riguarda solo i giudici ma anche tutto il personale amministrativo che lavora negli uffici dei Tribunali. - Elevato numero di procedimenti (ancora) pendenti
Agli inizi del 2024 in Italia risultavano pendenti, cioè già avviate ma non ancora concluse, oltre 2,7 milioni di cause civili e circa 1,5 milioni di procedimenti penali. Questo, insieme alla carenza di personale di cui sopra, significa che in media ogni giudice italiano deve gestire oltre 400 procedimenti civili ogni anno, contro una media europea di circa 200. - Scarsa informatizzazione
Fino a pochi anni fa i fascicoli delle cause erano quasi totalmente cartacei. Con l’avvio del processo telematico la situazione sta cambiando velocemente ma l’utilizzo dell’informatica risulta inadeguate ancora in molti Tribunali. - Scarsa conoscenza e ricorso agli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie
Nonostante gli sforzi che sono stati fatti, nel nostro Paese si registra ancora una scarsa diffusione degli strumenti, alternativi al Tribunale (ADR – mediazione, negoziazione assistita, arbitrato), che consentirebbero di risolvere le controversie al di fuori del processo. Insomma, gli italiani preferiscono vedersela in tribunale!
- Troppe leggi!
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Oltre a queste, come è facile prevedere, ci sono anche altri fattori che sono responsabili della lentezza del sistema giudiziaria italiano, come ad esempio, il fatto che stando ai dati della CEPEJ (Commissione Europea per l’Efficienza della Giustizia) e dell’ISTAT, gli italiani sono un popolo litigioso, con un tasso di litigiosità in Italia è quasi doppio rispetto a paesi come Francia o Germania).
Quel che è certo, però, è che per poter risolvere o comunque affrontare in modo efficace questo problema sono necessarie riforme organiche e profonde che richiedono investimenti e tempo.
Non tutto è perduto…
Di fronte a questo quadro della giustizia desolante, bisogna però dire che è possibile cogliere qualche segnale di miglioramento tutto è perduto! Dagli ultimi dati della Commissione Europea per l’Efficienza della Giustizia risulta infatti che sebbene sia pesantissimo il macigno dell’arretrato e delle cause pendenti, – di cui si diceva sopra -, l’Italia è comunque l’unico Stato in Europa che ha ridotto il suo arretrato nel contenzioso civile e commerciale con un tasso di recupero del 104%.
Questa riduzione è stata il risultato degli investimenti effettuati a partire dal 2020 anche grazie all’approvazione del Fondo per la ripresa e la resilienza del Next Generation EU.
Quindi, come si è detto, servirà tempo, ma non tutto è perduto!
Foto tratta da Freepik
(Anche) Questo articolo è stato scritto da una persona, non da una macchina!
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