Parità di genere, a long and winding road

By | 6 Dicembre 2023

parità di genereNel Codice Civile del 1865 la moglie non poteva donare, alienare beni immobili, sottoporli a ipoteca, contrarre mutui, cedere o riscuotere capitali, costituirsi sicurtà, né transigere o stare in giudizio relativamente a tali atti, senza l’autorizzazione del marito.
Nel successivo Codice Civile approvato nel 1942, poi, si affermava espressamente all’art. 144 che il marito era il capo della famiglia e che egli aveva la facoltà di fissare la residenza familiare a proprio piacimento, con obbligo della moglie di seguirlo ovunque.
Bisognerà attendere invece il 1975 perché la riforma del diritto di famiglia venga riconosciuta la parità dei coniugi, peraltro, già stato previsto dall’art. 29 della Costituzione (che afferma il principio dell’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi).

Sono passati quasi 160 anni da quel lontano 1865, per la parità di genere di strada se ne è fatta tanta, è cambiata la sensibilità verso tale questione e il diritto, essendo pop (opolare), si è adeguato di conseguenza. È finito il percorso? Al contrario, forse siamo solo agli inizi di una strada che appare ancora molto lunga.
Perché quando si parla di parità di genere non si deve pensare solo alle violenze fisiche che subiscono le donne da parte di uomini o mariti violenti, ma anche alle mille disparità che in un modo o nell’altro ancora esistono tra i due sessi.
Guardiamo alle retribuzioni medie di uomini e donne, qui di seguito un interessante grafico tratto da istat.it:

Si tratta di un quadro a dir poco sconfortante. Il divario di retribuzioni tra i due sessi è via via maggiore al salire della “qualifica” professionale, dalle occupazioni elementari fino ai manager.
Di passi avanti verso la parità di genere ne sono stati fatti tanti, ma non abbastanza, ed è necessario intervenire a tutti i livelli e in tutti i settori, e il diritto in questo dovrà dimostrarsi pop, adeguato e pronto a dare risposte concrete alle richieste della società.

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