Cookie, questi sconosciuti!
Non lasciatevi trarre in inganno dall’immagine qui a fianco! quando parliamo di cookie in ambito tecnologico-informatico non stiamo riferendoci a qualcosa di buono da mangiare, ma a tutt’altro.
Cosa sono e a cosa servono i cookie?
Nel contesto informatico, i cookie sono piccoli file di testo che vengono salvati su ogni dispositivo, computer, tablet o smartphone, nel momento in cui si visita un sito web. In questo modo, attraverso i cookie, vengono memorizzate delle informazioni particolari, che possono servire per migliorare la navigazione o per far sì che un sito web, in un certo senso, ci riconosca quando torniamo a visitare quella pagina.
Ad esempio, per fare un esempio con un sito che tutti conoscono, Amazon utilizza i cookie per riconoscerci quando accediamo per utilizzare i vari servizi, per mostrarci prodotti e servizi che potrebbero interessarci, per tenere traccia degli articoli salvati nel carrello e per molto altro ancora.
Per chi volesse approfondire, è possibile leggere l’informativa completa dei cookie di Amazon.
Quindi, attraverso i cookie i siti e le aziende si ricordano di noi, dei nostri dati e delle nostre preferenze.
Esiste però il diritto all’oblio (ndr: ne abbiamo parlato in questo articolo), cioè il diritto, in alcune circostanze, di far rimuovere i dati personali presenti su Internet in modo che non possano più essere rintracciati.
È per questo che le autorità stanno valutando di introdurre delle regole che limitino la durata dei cookie, ossia il periodo di tempo in cui un’azienda può conservare i dati memorizzati in un cookie.
Una curiosità, perché il nome “cookie”?
I cookie nel contesto informatico prendono il loro nome da un concetto curioso e divertente legato ai “fortune cookies” (biscotti della fortuna). Proprio come nei biscotti della fortuna si trova un messaggio all’interno, i cookies nei browser contengono piccole informazioni (dati) che vengono salvate e recuperate quando necessario.
L’origine del termine è attribuita a Lou Montulli, uno degli inventori del web come lo conosciamo oggi.
Nel 1994 Montulli sviluppò questo particolare metodo per memorizzare delle informazioni dell’utente da utilizzare e memorizzare per le varie sessioni di navigazione sulla rete. Ispirandosi ai famosi “fortune cookies” (biscotti della fortuna), i famosi biscotti al cui interno è nascosto un piccolo biglietto con un messaggio, diede alla propria invenzione il termine cookie, piccoli file che consentono di passare e trasferire messaggi tra un computer e l’altro.
Ecco svelata l’origine del nome.
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Questo articolo è stato scritto da una persona, non da una macchina!
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