Diritto all’oblio, cos’è e come si esercita – Cosa è importante sapere

15 Gennaio 2025

diritto all'oblioDiritto all’oblio ossia “il web non dimentica!“: una volta che viene pubblicato un post, un video o altro sulla rete diventa di dominio pubblico e rimane per sempre.
Pensiamo, ad esempio, ad un articolo pubblicato online nel quale si parla di un fatto avvenuto anni fa e ormai di nessun interesse riguardante una determinata persona.
Facendo una ricerca online si riuscirebbe a trovare questa notizia, con il risultato che la persona in questione si troverebbe ancora collegata a quell’evento e, anche a distanza di anni, questo le potrebbe creare problemi, ad es., di immagine o di reputazione.
Esiste però il c.d. diritto all’oblio, che potremmo definire come il diritto ad essere dimenticati.

Cos’è il diritto all’oblio?

Quello del diritto all’oblio è uno di quei temi che ha avuto una grande diffusione ed attenzione negli ultimi anni essendo direttamente collegato al crescente impatto che hanno la tecnologia e le questioni ad essa collegate nella vita di tutte le persone.
Cos’è, esattamente, il diritto all’oblio?
È il diritto di un individuo di poter richiedere, e ottenere, la rimozione di informazioni personali, obsolete o non più rilevanti che lo riguardano da Internet o altre piattaforme.
L’idea sulla quale si basa questo diritto è essenzialmente quella di preservare la dignità e la privacy delle persone, specialmente quando la diffusione dei dati non è più giustificata dall’interesse pubblico.

La base normativa

In Europa, il diritto all’oblio è regolato dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), in particolare dall’articolo 17, che disciplina il “diritto alla cancellazione” e, quindi, l’obbligo per coloro che hanno reso pubblici i dati personali dell’interessato, – c.d. titolari del trattamento (dei dati) -, di cancellare senza ritardo i dati personali oltre che di informare della richiesta di cancellazione eventuali altri titoli che trattano i dati personali cancellati, inclusi qualsiasi link, copia o riproduzione.

Quando si può esercitare e quali sono le eccezioni?

Come tutti i diritti, anche il diritto all’oblio si può esercitare solo in determinate condizioni (previste dalla legge), ossia quando:

  • i dati non sono più necessari rispetto agli scopi per i quali sono stati raccolti;
  • il consenso al trattamento dei dati è stato revocato dall’interessato;
  • i dati sono trattati in maniera illecita o in modo non conforme allo scopo per il quale erano stati raccolti;
  • c’è un obbligo legale di rimuoverli (ad esempio, una sentenza che stabilisca che determinati dati debbano essere rimossi).

Dall’altro punto di vista, invece, il diritto all’oblio non può essere esercitato se:

  • i dati sono necessari per l’esercizio della libertà di espressione e informazione.
  • esiste un interesse pubblico alla loro diffusione (ad esempio per quanto riguarda i dati relativi a personalità pubbliche);
  • i dati vengono  utilizzati per l’adempimento di obblighi legali o motivi di interesse pubblico.

Come si esercita il diritto all’oblio?

Dopo aver visto quali sono i principali casi in cui si può esercitare (e non esercitare) il diritto all’oblio, bisogna però capire, concretamente, come si deve agire per esercitare concretamente questo diritto.
Lo si può fare, essenzialmente, in due modi:

  1. inviando una richiesta diretta al titolare del trattamento: la persona che intende richiedere la cancellazione dei propri dati personal può inviare una richiesta formale (via e-mail, pec o modulo online) al titolare del trattamento dei dati, ad esempio a un motore di ricerca o a un sito web;
  2. attraverso l’intervento delle autorità: nel caso in cui la richiesta inviata direttamente al titolare del trattamento non venisse soddisfatta, o anche per altri motivi, ci si può rivolgere al Garante per la protezione dei dati personali o all’autorità giudiziaria affinché dispongano la cancellazione dei dati.

 

Questo articolo è stato scritto da una persona, non da una macchina!
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